Da fedele e datato utente Apple quale sono, rimango un pò spiazzato da un'inchiesta pubblicata qualche settimana fa da The Mail on Sunday sulle drammatiche condizioni lavorative dei dipendenti cinesi addetti alla produzione degli iPod. Il giornale britannico racconta infatti che questi vengono realizzati soprattutto da donne che lavorano in media 15 ore al giorno per un salario di 50 dollari al mese, il tutto condito con guardie armate che controllano i ritmi di produzione e contrastano un'eventuale "spionaggio industriale". Due sono le fabbriche oggetto dell'inchiesta: la prima si trova a Longhua, vicino Hong Kong e di proprietà della Foxcoon, nella quale circa 200mila persone assemblano le 400 mini componenti dell' iPod nano; la seconda invece è situata a Suzhou dove le condizioni lavorative sembrano essere leggermente più "umane".
La Apple fino ad adesso ha taciuto anche di fronte alle pesanti dichiarazioni di un portavoce Foxcoon che ha ammesso lo sfruttamento del personale (80 ore extrasettimanali, circa 4 ore di straordinario al giorno) dichiarando però che "la Apple sapeva tutto, dal momento che aveva mandato uno staff d'ispezione senza rilevare illeciti o soprusi".
Ora posso definirmi, oltre che fedele e datato, anche un'utente un pò ingenuo, forse tradito dallo slogan Apple "Think Different" e da un'utopica forma di capitalismo solidale. In realtà di diverso non c'è proprio niente.
La Apple fino ad adesso ha taciuto anche di fronte alle pesanti dichiarazioni di un portavoce Foxcoon che ha ammesso lo sfruttamento del personale (80 ore extrasettimanali, circa 4 ore di straordinario al giorno) dichiarando però che "la Apple sapeva tutto, dal momento che aveva mandato uno staff d'ispezione senza rilevare illeciti o soprusi".
Ora posso definirmi, oltre che fedele e datato, anche un'utente un pò ingenuo, forse tradito dallo slogan Apple "Think Different" e da un'utopica forma di capitalismo solidale. In realtà di diverso non c'è proprio niente.
3 commenti:
La Cina, la cosiddetta "fabbrica del mondo", è la tentazione per tutte le multinazionali. I nostri discorsi sulle economie post-industriale, sulle nuove frontiere del lavoro immateriale, sulle nostre democrazie reggoni soltanto tenendo chiusi gli occhi su questa gigantesca realtà dove si concentra il più grande sistema produttivo industriale che - utilizzando forme di lavoro da prima rivoluzione industriale europea - producono gli oggetti per deliziare i miopi consumatori dell'Occidente.
Francesco
www.accenti.org
Il bello è sentire ogni tanto le parole di qualche illuminato (Tremonti) che imputa le colpe per qualsiasi cosa possibile e immaginabile alla Cina...Cina=Male assoluto. Ancora più bello è sentire ripetere le stesse parole da molte persone che si convincono di questa cosa. Certo che siamo strani, predichiamo la libertà del mercato solo quando ci conviene e in base ai nostri interessi, tant'è che quando la Cina voleva dire delocalizzazione produttiva non dava fastidio a nessuno, ora invece che può voler dire Potenza Mondiale...
Greets to the webmaster of this wonderful site. Keep working. Thank you.
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