15 novembre 2006

Rieccoci...

In vista della manifestazione del 17 novembre il dibattito mediatico su università e ricerca è vivo. Articoli come quelli di Margherita Hack e di Pietro Reichlin illustrano a mio avviso bene la situazione che ci troviamo di fronte, una delle numerose anomalie all' italiana. Per evitare però di essere ripetitivo in queste due righe volevo analizzare lo status quo da un punto di vista diverso e poco preso in considerazione: gli studenti. Gli studenti in quanto soggetti che usufruiscono del servizio erogato dalla scuola pubblica, in quanto futuri cittadini, in quanto base fondamentale per ridare slancio al paese e di conseguenza centro di questo sistema scolastico che a volte pare dimenticarseli. Venerdì in molte città italiane scenderanno in piazza per protestare contro l'inadeguatezza di questo governo e della sua finanziaria dalle mille facce. Ma siamo sicuri che gli studenti siano esclusivamente le vittime sacrificali di Padoa-Schioppa adesso e della Moratti prima? Quanta responsabilità hanno gli studenti in questa situazione? Se da un lato critichiamo duramente il Governo per la sua inadeguatezza secondo me va fatto lo stesso nei loro (nostri) confronti. Credo che se vogliamo rivendicare un ruolo da protagonisti non possiamo aspettare che questo venga calato dall' alto senza muovere un dito oppure come conseguenza di qualche corteo male organizzato, ma deve essere il risultato di un' impegno consapevole, costante e di tutti. La riprova della nostra inadeguatezza in quanto popolazione studentesca l' ho avuta pochi giorni fa ad una assemblea dei collettivi autonomi, in vista della manifestazione di venerdì a Bologna, dove un ragazzo di Rifondazione ha criticato in maniera seria e pacata le modalità di protesta e dibattito degli stessi collettivi attirandosi repliche violente e non democratiche, in primis perchè legato ad un partito. La reazione dei presenti (per altro pochi) è stata fuori luogo ed a tratti fascita, ma la cosa preoccupante è stata la poca capacità di ascoltare e di autocritica che i ragazzi hanno dimostrato di avere, nonostante si "professassero" di sinistra. Una reazione drammaticamente simile a quella dei politici nostrani, avversi alle critiche.
Se dobbiamo cambiare qualcosa in questo paese c'è quindi bisogno di ripensare anche il soggetto studentesco per creare un conflitto sociale vero e non un surrogato già confezionato, che non crei mostri come Muccino in "Come te nessuno mai", ma consapevolezza anche nello studente non politicizzato e menefreghista.

1 commento:

e.r. ha detto...

bentornato Petruzziello