E' di questi giorni la notizia che il Governo Bush ha finalmente riconosciuto l'utilizzo di armi chimiche sulla città irachena di Falluja l'8 novembre 2004. Ma gli Stati Uniti non sono nuovi a questo tipo di "imprese". Basta ricordarsi dell'uranio impoverito usato in Afghanistan, Serbia, Kosovo oltre che nelle due Guerre del Golfo. Le conseguenze di queste vere e proprie azioni criminali si possono riscontrare oggi in Vietnam dove tra il 1961 e il 1971 l'esercito americano ha sparso circa 77 milioni di litri di defolianti (tra cui in maniera massiccia l'agente arancio) e 400 kg di diossina con l'obiettivo di radere al suolo la vegetazione per "stanare" i vietcong e di distruggere i raccolti per affamare popolazione e combattenti. Circa 2,6 milioni di ettari sono stati contaminati ovvero il 10% della superficie vietnamita. L'utilizzo della diossina ha causato (e continua a farlo) morti, gravi patologie e malformazioni alla nascita. Non solo. Le famiglie con un membro handicappato hanno redditi molto più bassi delle famiglie non colpite e devono sostenere spese mediche superiori del 30% alla norma. La prepotenza degli Stati Uniti è iniziata nel 1980 con il massacro di 300 indiani Lakota a Wounded Knee, dura da più di un secolo e non se ne vede la fine. Non oso immaginare a quanto possa ammontare il numero delle vittime civili nelle guerre degli americani proclamate prima contro il comunismo e poi al terrorismo. Ma in realtà come dice Noam Chomsky ("Tutti si preoccupano di come possiamo fermare il terrorismo.Bene, c'è un modo semplicissimo per riuscirci: smettere di praticarlo.") i veri terroristi sono gli americani stessi e quindi come tali andrebbero processati. Proprio come andrebbe processato Mario Lozano il soldato che il 4 marzo 2004 uccise Nicola Calipari.
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